martedì 17 dicembre 2013

GIUSEPPE UNGARETTI: BIOGRAFIA - NATALE - INTERVISTA

BIOGRAFIA

Anni giovanili

Giuseppe Ungaretti nacque ad Alessandria d'Egitto,  l'8 febbraio 1888 (ma venne denunciato all'anagrafe come nato il 10 febbraio, e festeggiò sempre il suo compleanno in quest'ultima data) da genitori italiani originari di Lucca. Il padre, operaio allo scavo del Canale di Suez, morì due anni dopo la nascita del poeta in un incidente sul lavoro, nel 1890. La madre, Maria Lunardini, mandò avanti la gestione di un forno di proprietà, con il quale garantì gli studi al figlio, che si poté iscrivere in una delle più prestigiose scuole di Alessandria.
L'amore per la poesia nacque durante questo periodo scolastico e si intensificò grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, così ricca di antiche tradizioni come di nuovi stimoli, derivanti dalla presenza di persone provenienti da tanti paesi del mondo; Ungaretti stesso ebbe una balia originaria del Sudan, una domestica croata ed una badante argentina.

Soggiorno in Francia

Nel 1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò l'Egitto e si recò a Parigi. Nel tragitto vide per la prima volta l'Italia ed il suo paesaggio montano.
Parigi venne a contatto con l' ambiente artistico internazionale.

La Grande Guerra

Ungaretti durante il servizio militare
Quando nel 1914 scoppiò la prima guerra mondiale, Ungaretti partecipò alla campagna interventista, per poi arruolarsi volontario nel 19º reggimento di fanteria, quando il 24 maggio 1915 l'Italia entrò in guerra. Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie pubblicate nel 1916, con il titolo Il porto sepolto.
Trascorse un breve periodo a Napoli, nel1916 (testimoniato da alcune poesie, per esempio Natale"Non ho voglia / di tuffarmi / in un gomitolo di strade...") 

Tra le due guerre

Al termine della guerra il poeta rimase a Parigi dapprima giornalista ed in seguito come impiegato all'ambasciata italiana. 
Nel 1920 sposò Jeanne Dupoix, dalla quale avrà due figli, Anna Maria (o Anna-Maria, come soleva firmare, con trattino alla francese), detta Ninon (17 febbraio 1925) e Antonietto (19 febbraio 1930).
Nel 1921 si trasferì a Marino (Roma) e collaborò all'Ufficio stampa del Ministero degli Esteri. Gli anni venti segnarono un cambiamento nella vita privata e culturale del poeta. Egli aderì al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925.
Nel 1936, durante un viaggio in Argentina, gli venne offerta la cattedra di letteratura italiana presso l'Università di San Paolo del Brasile, che Ungaretti accettò; trasferitosi con tutta la famiglia, vi rimarrà fino al 1942. A San Paolo nel 1939 morirà il figlio Antonietto, all'età di nove anni, per un'appendicite mal curata, lasciando il poeta in uno stato di grande prostrazione interiore, evidente in molte delle sue poesie.

La seconda guerra mondiale e il dopoguerra

Nel 1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d'Italia e «per chiara fama» professore di letteratura moderna e contemporanea presso l'Università di Roma, ruolo che mantenne fino al 1958 e poi, come "fuori ruolo", fino al 1965

Gli ultimi anni

In Italia raggiunse una certa notorietà presso il grande pubblico nel 1968, grazie alle sue intense letture televisive di versi dell'Odissea (che precedevano la nota versione italiana del poema omerico per il piccolo schermo, a cura del regista Franco Rossi).
Morì a Milano nella notte tra l'1 e il 2 giugno 1970 per broncopolmonite. Il 4 giugno si svolse il suo funerale a Roma. È sepolto nel Cimitero del  Verano accanto alla moglie Jeanne.



NATALE

di Giuseppe Ungaretti 1916



Non ho voglia

di tuffarmi
in un gomitolo
di strade

Ho tanta
stanchezza
sulle spalle

Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata

Qui
non si sente
altro
che il caldo buono

Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare


"Natale" è una poesia composta nel Natale del 1916, durante un periodo di licenza che Ungaretti trascorse a Napoli presso alcuni amici.
Il momento di tregua dalla guerra consente al poeta un attimo di respiro: l'uomo straziato dal dolore per la morte dei compagni davanti ai suoi occhi.
L’opera evidenzia tutta la tristezza del poeta, ancora impressionato dalla brutalità della guerra che non risparmia nessuno, e non ha voglia di passeggiare nelle piccole strade affollate di gente, durante le feste natalizie.
Ungaretti frantuma i versi e ciò dà l'impressione di un singhiozzo, di un ritmo che crea tristezza, in contrasto con l’immagine del caminetto, il quale più che calore pare evocare quelle emozioni che mancano.
La poesia presenta "figure retoriche" come la metafora e la similitudine.




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Giuseppe Ungaretti legge la sua poesia "Fratelli" scritta al fronte, in trincea, durante la Prima Guerra Mondiale, e si scaglia contro tutte le guerre e le forme vecchie e nuove di imperialismo.



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